mercoledì 6 maggio 2015

SUPERARE LE DIFFICOLTA' PER LA CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO L'Amministrazione di San Sosti punta su Castello della Rocca e Casalini

Sono tristemente note le difficoltà economiche da parte di piccole amministrazioni come quella di San Sosti per la gestione delle aree archeologiche, le quali necessitano di continui interventi di manutenzione indispensabili per loro conservazione. E' altrettanto noto lo sperpero di fiumi di denaro pubblico da parte delle istituzioni (Sovrintendenze, Regioni), caso eclatante quello di Pompei, dove sono stati spesi decine di milioni di Euro, ciò nonostante, le antiche strutture continuano a sbriciolasi e crollare. Per non parlare del recente caso del sito di Capo Colonna (Crotone), una delle aree archeologiche più belle ed importante del Sud Italia. Sono stati stanziati circa 3 milioni di Euro, non per la prosecuzione degli scavi archeologici o per la tutela dell'area già scavata, ma per la costruzione di un parcheggio sulle rovine dell'antica Kroton. Una terrificante gettata di cemento ha distrutto per sempre le vestigia della polis greca dove Pitagora aveva fondato la sua scuola nella seconda metà del VI sec. a.C.
In controtendenza è il comune di San Sosti, dove l'attuale Amministrazione, presieduta dal Sindaco Vincenzo De Marco, pur versando in una situazione economica critica, come tutti i piccoli comuni italiani, ha inteso puntare il suo sviluppo sul turismo culturale ed ambientale, partendo dal recupero delle sue aree archeologiche: Castello della Rocca e Casalini (Artemisia), affidandone la manutenzione, a titolo gratuito, ad un gruppo di giovani laureati in Archeologia ed esperti nel settore. Presto,  i due siti archeologici più importanti di tutta la valle dell'Esaro ritorneranno ad essere visitabili, anche in vista della stagione turistica ormai  alle porte.   
Il Castello della Rocca è una fortificazione posta all'imbocco della Gola del torrente Rosa a quota 551 m. s.l.m.
Sin da tempi antichissimi questa fortificazione sul Rosa proteggeva la via istmica che metteva in comunicazione lo Ionio al Tirreno.
I resti monumentali si riferiscono alla fase bizantina di X-XI secolo d.C.
Ma la campagna di scavo archeologico condotta nel 2004 dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria in collaborazione con l'UNICAL hanno fornito nuovi, importanti dati scientifici che hanno spostato la frequentazione del sito di diversi secoli. I primi interventi di pulizia e di recupero, in corso d'opera, stanno interessando il lato Sud-Est del castrum, che anticamente costituiva l'ingresso fortificato all'acropoli. Da qui, si estenderanno a tutta l'area in questione ed ai Casalini, la città-fortezza risalente al IX-X sec. d.C., posta a quota 896 m. s.l.m., a strapiombo sulla basilica della Madonna del Pettoruto. 
A. Martucci

Nessun commento:

Posta un commento