Sono
tristemente note le difficoltà economiche da parte di piccole amministrazioni
come quella di San Sosti per la gestione delle aree archeologiche, le quali
necessitano di continui interventi di manutenzione indispensabili per loro
conservazione. E' altrettanto noto lo sperpero di fiumi di denaro pubblico da
parte delle istituzioni (Sovrintendenze, Regioni), caso eclatante quello di
Pompei, dove sono stati spesi decine di milioni di Euro, ciò nonostante, le
antiche strutture continuano a sbriciolasi e crollare. Per non parlare del
recente caso del sito di Capo Colonna (Crotone), una delle aree archeologiche
più belle ed importante del Sud Italia. Sono stati stanziati circa 3 milioni di
Euro, non per la prosecuzione degli scavi archeologici o per la tutela dell'area
già scavata, ma per la costruzione di un parcheggio sulle rovine dell'antica
Kroton. Una terrificante gettata di cemento ha distrutto per sempre le vestigia
della polis greca dove Pitagora aveva fondato la sua scuola nella seconda metà
del VI sec. a.C.
In
controtendenza è il comune di San Sosti, dove l'attuale Amministrazione,
presieduta dal Sindaco Vincenzo De Marco, pur versando in una situazione
economica critica, come tutti i piccoli comuni italiani, ha inteso puntare il
suo sviluppo sul turismo culturale ed ambientale, partendo dal recupero delle
sue aree archeologiche: Castello della Rocca e Casalini (Artemisia),
affidandone la manutenzione, a titolo gratuito, ad un gruppo di giovani
laureati in Archeologia ed esperti nel settore. Presto, i due siti archeologici più importanti di
tutta la valle dell'Esaro ritorneranno ad essere visitabili, anche in vista
della stagione turistica ormai alle
porte.
Il
Castello della Rocca è una fortificazione posta all'imbocco della Gola del
torrente Rosa a quota 551 m. s.l.m.
Sin
da tempi antichissimi questa fortificazione sul Rosa proteggeva la via istmica
che metteva in comunicazione lo Ionio al Tirreno.
I
resti monumentali si riferiscono alla fase bizantina di X-XI secolo d.C.
Ma la campagna di scavo
archeologico condotta nel 2004 dalla Sovrintendenza per i Beni Archeologici
della Calabria in collaborazione con l'UNICAL hanno fornito nuovi, importanti
dati scientifici che hanno spostato la frequentazione del sito di diversi
secoli. I primi interventi di pulizia e di recupero, in corso d'opera, stanno
interessando il lato Sud-Est del castrum, che anticamente costituiva l'ingresso
fortificato all'acropoli. Da qui, si estenderanno a tutta l'area in questione
ed ai Casalini, la città-fortezza risalente al IX-X sec. d.C., posta a quota
896 m. s.l.m., a strapiombo sulla basilica della Madonna del Pettoruto. A. Martucci
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