giovedì 9 aprile 2015

CELTICA - Festa Internazionale di Arte, Musica e Cultura Caltica


Passeggiando attraverso il millenario bosco del Peuterey in Val Veny, ai piedi del Monte Bianco nella lussureggiante Valle d'Aosta, si svolge la più alta festa celtica d'Europa organizzata dal Clan della Grande Orsa.
Giunta quest'anno alla 18° edizione, ma non per questo da ritenersi maggiorenne -precisa Riccardo Taraglio direttore artistico della kermesse- in quanto per i Celti la maggiore età si raggiunge al compimento dei 21 anni, la Celtica offre dall'ormai lontano 1997 una ricca scelta d'intrattenimento per tutti gli appassionati e i curiosi dell'arte, della musica e della cultura celtica di cui sono permeati i 3 giorni del primo week-end di ogni luglio.
Accompagnati da un sommesso rullio di tamburi, da soavi melodie di violini e flauti irlandesi che risuonano dal grande palco, si può piacevolmente passeggiare nel bosco alpino fra stand di ogni sorta e genere, tutti riconducibili direttamente alla cultura celtica. L'aggiunta di stage di tiro con l'arco, arpa celtica, danze irlandesi e molte altre attività riempiono piacevolmente le mattinate e i pomeriggi.
La festa si anima poi durante le due serate, quelle di venerdì e sabato sempre al Peuterey, con un nutrito susseguirsi di artisti internazionali fra musicisti e ballerini di danze tradizionali proveniente dalle nazioni più disparate come Canada, Francia, Scozia, Irlanda e molte altre.
Grazie agli innumerevoli sforzi e sacrifici degli organizzatori e dei molti volontari, senza i quali -precisa Taraglio- non sarebbe possibile neanche pensare di organizzare un evento di queste dimensioni, la magia di questa festa si perpetua ogni anno attirando un folto gruppo di appassionati.
Dal 2007, anno nel quale si cominciarono i calcoli d'affluenza, i partecipanti sono stati 347.000, 7.700 gli artisti, 750 concerti e oltre 2.700 gli eventi. Nello scorso mese di luglio 2014 i biglietti staccati sono stati 10.949, in leggero calo rispetto agli 11.655 del 2013, calo dovuto principalmente dalle avverse condizioni atmosferiche che hanno funestato il fine settimana. Ciò non ha comunque fermato l'arrivo, come è stato dimostrato, di moltissimi visitatori ed appassionati i quali hanno anche preso parte ad un documentario girato dal regista valdostano Stefano Ceccon. “É il primo documentario girato e rilasciato in 4k -spiega il regista- ho scelto di utilizzare questa tecnica per valorizzare al meglio la ricchezza di dettagli della natura e dei costumi dei partecipanti. Chi ha vissuto il festival ci si ritroverà -spiega- per chi non c'è mai stato è un buon modo per conoscerlo.
Il documentario è in vendita sul sito www.celtica.vda.it a 10 euro (versione full HD) o 20 euro (versione 4k).

Per concludere l'anno 2014 in bellezza è stata organizzata la CELTICA Winter Lights domenica 7 dicembre, nella quale è stato presente il gruppo di danze irlandesi Gens d'Ys che ha animato la serata con danze di gruppo coinvolgendo i partecipanti e, in aggiunta, gradita degustazione di idromele prodotto in Valle.
E. Pala

PANEM ET CIRCENSES …La giusta formula di governo secondo i parolai del palcoscenico sansostese


È visitabile presso il Museo dei 56 comuni del Parco Nazionale del Pollino “Artemis” la mostra didattico-scientifica “TIMELINE l’alta valle dell’Esaro dall’età del Bronzo al Medioevo”, si tratta di una campionatura di reperti archeologici provenienti dal territorio di San Sosti.
Dal punto di vista scientifico, la mostra assume una straordinaria importanza poiché attesta la frequentazione ininterrotta di questa parte di territorio calabrese già a partire dal Neolitico Recente (IV-III millennio a.C.) ai giorni nostri. Ma, dal punto di vista etno-antropologico la mostra è la nostra memoria storica, le nostre radici culturali, la nostra identità; certo, non si tratta del British Museum di Londra o del Louvre di Parigi, le cui esposizioni, tuttavia, sono costituite dalle ruberie perpetrate nel corso dei secoli in “mezzo mondo”, bensì si tratta di una pur modesta ma importantissima collezione di reperti che fanno parte della nostra memoria storica, appunto, che il nostro comune ha la fortuna di ospitare. Eppure, ad oggi la è stata visitata in stragrande maggioranza da forestieri e addirittura da stranieri e i nostri compaesani? Quelli che avevano tanto “a cuore” il museo? Quelli (i signori consiglieri di minoranza) che addirittura presentarono un’interrogazione all’attuale Amministrazione sul perché non ritornavano i reperti a San Sosti? La Pro-loco? Che in una locandina addirittura si limita a scrivere “la via del vecchio carcere?” Erano solo cavolate, un modo come un altro per screditare professionisti seri, che amano stare lontani dalla luce dei riflettori (cosa invece gradita ai vari parolai) e lavorare in silenzio e con grande umiltà; un modo come un altro per  attaccare il Consiglio Comunale di cui essi stessi fanno comunque parte.
Questo è il metodo corretto per promuovere e divulgare il nostro Patrimonio Culturale? Ma la nota più dolente è l’assenza delle scuole di San Sosti…Altro mistero…! Eppure è stato di recente pubblicato il catalogo dei reperti in esposizione, già acquistato dall’Ente Parco. Le scuole? Sono fin troppo evidenti i motivi del disinteresse…
E’ vero che ultimamente sono più interessanti le favole…Più che “Paese dei balocchi” Panem et circenses, io oserei aggiungere… perché è questo il metodo di governo ideale secondo i parolai del palco scenico sansostese… E se poi vogliamo redimerci, basta solo invitare papa Francesco, visto che ormai lo abbiamo adottato e sollazzato nelle nostre cantine…


A. Martucci