sabato 14 marzo 2015

La città fortezza dei Casalini

PARTE I

La città fortezza dei Casalini, impropriamente denominata "Artemisia", si eleva ad una quota di 896m s.l.m. , posta all'imbocco del fiume Rosa, sulla sommità del Monte Milora a strapiombo sulla Basilica Regionale della Madonna del Pettoruto.
Le evidenze monumentali si riferiscono ad un "castrum" bizantino costruito tra il IX e il X secolo d.C. su un contesto abitativo molto più antico. Le prime tracce di vita risalgono al Paleolitico Finale (VI - VII millennio. a.C. ), consistenti in frustoli di ceramica ad impasto cruda con decorazioni graffite sulle superfici esterne, in prossimità della spalla e del ventre oppure di frustoli di ceramica ad impasto cotti in fornaci "a catasta". Ma la fase meglio documentata dagli scavi archeologici del 2001 e del 2003 condotti dalla Cattedra di Archeologia Cristiana e Medievale dell'UNICAL è quella del Neolitico Recente: è stato rinvenuto il battuto di una capanna databile tra il IV e il III millennio a.C. ; Qui sono stati rinvenuti numerosissimi frammenti di ceramica d'impasto ed uno strato di cenere fossile che raggiunge uno spessore di 10 cm il che attesta una frequentazione piuttosto lunga dell'ambiente abitativo. E' particolarmente presente l'ossidiana, cioè una roccia vulcanica vitrea che veniva usata come mezzo di scambio (una sorte di monetizzazione). La presenza dell'ossidiana attesta i rapporti tra l'abitato preistorico dei Casalini e la costa Tirrenica. La capanna risulta tagliata da un grande edificio a pianta quadrangolare di età bizantina (X - XI sec. d.C. ).
Anche l'età del Ferro è attestata dalla ceramica ad impasto e, in qualche caso, dipinta.
Non si hanno attestazioni di frequentazione per l'età greca, fatta eccezione per qualche frustolo di ceramica a vernice nera, comunque decontestualizzata.
L'età romana è attestata dal rinvenimento di alcuni frammenti di ceramica "Sigillata chiara" di tipo cartaginese databile tra il II e il III sec. d.C.
Ma i reperti più importanti sono una cospicua porzione di anfora di provenienza cartaginese (III - II sec. a.C.) e un sestertio in bronzo dell'Imperatore Adriano.

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